NICO COVRE
Con testo critico di Roberto Zancan
opening sabato 26 febbraio ore 19-21
dal 28 febbraio al 20 marzo 2022
A occhio e croce non è una semplice mostra fotografica, né un’esposizione classica, quanto piuttosto un intreccio di immagini e di storie estremamente concrete ma allo stesso tempo lontane dell’attenzione. Un groviglio di testimonianze dell’umano attraverso forme di rappresentazione del divino.
Il progetto nasce inizialmente come una documentazione fotografica, una mappatura dei capitelli votivi dell’Italia del Nord-Est, precisamente delle zone tra il Veneto e il Friuli, le terre natali dello stesso artista. Da quell’obiettivo iniziale, il progetto si è trasformato in qualcosa di diverso, diventando una ricerca volta a tracciare le forme di un immaginario che tutti conosciamo ma che ci passa davanti inosservato, sfuggendo allo sguardo.
Le fotografie di Nico Covre sono frammenti di storie, piccoli pezzi di narrazioni più ampie, così come quei tagli che applica alle sue fotografie, che diventano solo dettagli di un’interezza che si può solo intuire. Non sono immagini esplicite, alcuni sono scatti criptici, dei pezzi di un puzzle difficile da ricomporre. La rappresentazione del capitello che ne esce sembra così stare sospesa tra due dimensioni, quella di micro architettura spontanea, spesso costruita senza una chiara progettualità, e quella di “totemismo post-moderno”, come la definisce Roberto Zancan nel testo critico che accompagna la mostra.
EXHIBITION VIEWS
RASSEGNA STAMPA
NICO COVRE
Con testo critico di Roberto Zancan
opening sabato 26 febbraio ore 19-21
dal 28 febbraio al 20 marzo 2022
A occhio e croce non è una semplice mostra fotografica, né un’esposizione classica, quanto piuttosto un intreccio di immagini e di storie estremamente concrete ma allo stesso tempo lontane dell’attenzione. Un groviglio di testimonianze dell’umano attraverso forme di rappresentazione del divino.
Il progetto nasce inizialmente come una documentazione fotografica, una mappatura dei capitelli votivi dell’Italia del Nord-Est, precisamente delle zone tra il Veneto e il Friuli, le terre natali dello stesso artista. Da quell’obiettivo iniziale, il progetto si è trasformato in qualcosa di diverso, diventando una ricerca volta a tracciare le forme di un immaginario che tutti conosciamo ma che ci passa davanti inosservato, sfuggendo allo sguardo.
Le fotografie di Nico Covre sono frammenti di storie, piccoli pezzi di narrazioni più ampie, così come quei tagli che applica alle sue fotografie, che diventano solo dettagli di un’interezza che si può solo intuire. Non sono immagini esplicite, alcuni sono scatti criptici, dei pezzi di un puzzle difficile da ricomporre. La rappresentazione del capitello che ne esce sembra così stare sospesa tra due dimensioni, quella di micro architettura spontanea, spesso costruita senza una chiara progettualità, e quella di “totemismo post-moderno”, come la definisce Roberto Zancan nel testo critico che accompagna la mostra.
EXHIBITION VIEWS
RASSEGNA STAMPA